mercoledì 12 maggio 2010

Quando sono molto giù l'unica cosa che mi tira su è una bella vaschetta gigante di gelato. Ma ora, con tutta questa faccenda della dieta, del mangiare sano e del mio grosso culo ho dovuto rinunciare a questo godurioso antidepressivo. In realtà ne ho un altro, di mezzo euforico ed appagante: LE SCARPE. Le scarpe mi rendono felice. Quindi, tirando le somme, in questo momento avrei proprio bisogno di uscire a comprarmi un bel paio di scarpe nuove. La differenza è che una vaschetta di gelato non costa più di 5 euro. Le scarpe invece necessitano di un notevole dissanguamento monetario, per l'estrema contentezza di mia madre.
Adesso però, visto che non posso nemmeno comprarmi un paio di scarpe, opterò per il terzo svago: il telefilm. Devo solo decidere con che serie alimentare anche oggi la mia dipendenza.

venerdì 7 maggio 2010

"La donna bulimica accetta solo la propria immagine perfetta e rifiuta il vero io, che quasi nemmeno conosce e di cui teme il manifestarsi."

-Renate Gockel-

giovedì 6 maggio 2010

Sapete gli assorbenti, quelli con le famose barriere protettive che dovrebbero avere lo scopo di arginare il lago di garda che si espande sotto la sfriffia ogni ventotto giorni? Secondo me le barriere, quelle insulse righe azzurre stampate dalla consistenza nulla, se ne sbattono il cazzo della cascata del niagara che ti sgorga dalla passera durante il ciclo, ok? Ma dico, se in tempo di guerra le barricate le facevano così ciao che mitragliate, ci sarebbe passato pure lo sputo.

lunedì 3 maggio 2010

Ebbene sì, anche io, come la maggiorparte della popolazione mondiale femminile, non riesco a guardarmi allo specchio senza notare seimila difetti, cinquemilanovecentonovanta dei quali assolutamente inesistenti o comunque accettabili o insignificanti. Rimane comunque una sola cosa da fare, in vista di tutto il grasso che ha deciso di traslocare sul mio bel culo: la dieta.
Sono sempre stata contro le diete: "ma sì, ma una donna è bella sempre, chi se ne frega dei chili in più, w la donna in carne, pappappero...". In realtà sono sempre stata troppo pigra per seguire una cazzo di dieta, non che sia per la classica modella malata, anzi, ma diciamo che, in quanto amante della donna con le curve, io di curve ne ho sempre avute anche troppe. Una quarantina di video di Burlesque dopo, decisi che per sentirmi realizzata il mio culo sarebbe dovuto essere come quello di quelle starlette. Così iniziai a seguire una fantastica dieta fai da te, ovvero la filosofia del pane e acqua. Avevo il terrore (e probabilmente avrei avuto ragione) che non sarebbe durato molto come way of life, in ogni caso dopo due giorni mia madre mi diede della pazza e, da nutrizionista improvvisata quale è, iniziò a farmi un infinito discorso sul metabolismo, che a non mangiare si blocca, bla bla bla, comunque mi paranoiò a tal punto da convincermi a seguire la sua ultima trovata: la dieta a zone. E adesso sono qui, a pesare il prosciutto che va nel toast. Il mio toast in zona. La trovo una cosa tremendamente stupida, ma è l'unico modo per combattere la mia mancanza di autostima. In realtà mi sono già frantumata le tette di sta dieta a zone, soprattutto perchè quando passo per la cucina, scopro che i cibi più succulenti stanno complottando contro di me: si autodispongono in bella vista proprio sotto i miei occhi, per dirmi "dai, mangiami...", e più io li nascondo più loro mi perseguitano. Ma questa volta la mia determinazione sconfiggerà anche il creme caramel!