venerdì 17 dicembre 2010

about food

uuuuuuuuuuu loro sì che son forti!
http://aboutfoodrecepies.blogspot.com/2010/12/un-contest-per-il-calendario-di-about.html
Le giovani ragazze ricche sono molto magre e belle. Vanno in palestra e sputano nel piatto in cui mangiano. Conservano qualcosa che hanno in abbondanza, lasciano scorrere le scorze, le polpe. Le giovani ragazze povere hanno il culone e la pelle rovinata. Si ingozzano, arraffano, perchè nel loro cuore è grande il pensiero della caducità.
Alle giovani ragazze ricche non è mai mancato nulla.
Le giovani ragazze povere stanno giocando con poche carte pessime, mentre accanto a loro intervengono le giovani ragazze ricche con il loro grosso mazzo di assi, bastoni e tre. D'altrone iniziare con delle carte di merda, difficilmente ti fa vincere. Dunque stai sempre perdendo e alla fine perderai.
La cosa divertente è che alle giovani ragazze povere sembra che, avendone passate di ogni, ci siano molte cose che le ragazze ricche ignorino, e che non sapranno mai niente, e che presto cadranno e andranno in crisi. E invece non è vero, le giovani ragazze ricche sono anche più intelligenti. E anche più forti. E simpatiche. E sarei anche io più forte con tutto quello che hai tu! E sarei anche io più simpatica se non avessi da pensare che forse domani mi portano via la casa, mia madre può andare in bancarotta, mio padre avere un collasso. Perchè le famiglie delle giovani ragazze povere non sono serene. Ma loro non possono farci niente. Perchè per uno strano motivo, le giovani ragazze povere hanno la sfiga addosso.
Le giovani ragazze ricche non sanno cosa significhi cercare e per loro tutto è più semplice. Il loro piatto è sempre stato pieno. Il piatto della vita, il piatto dell'affetto, il piatto dell'amore e il piatto della fortuna. I piatti delle giovani ragazze povere sono tutti rotti.

lunedì 13 dicembre 2010

C'è un limite ai baci d'addio? Viene un momento in cui sono troppi? Forse dovremmo essere più brave a chiudere con le persone, non solo quando è facile. O forse non ci riusciamo perchè un bacio d'addio la maggiorparte delle volte è un bacio da dio? O dovremmo dirci addio più spesso? Ma così non sarebbe più un vero addio. Ma insomma, questo bacio da dio non potevamo darcelo prima? O è un'equazione inscindibile?

domenica 5 dicembre 2010




"Gli alimenti o cibo sono per definizione ogni sostanza che sia in grado di fornire energia, materiale per i tessuti o catalizzatore chimico a qualsiasi organismo vivente. Specificatamente nell'uomo, gli alimenti sono, a tutti gli effetti, organismi animali, vegetali e loro derivati, che la specie umana ha selezionato nel corso dei millenni in relazione alla loro reperibilità e alla loro capacità di rispondere ai bisogni di sostentamento biologico. Ove queste esigenze primarie siano superate, gli alimenti assumono ulteriori significati di tipo culturale e simbolico."

Ovunque vada e qualunque cosa faccia, l'uomo ha da sempre l'insoddisfabile necessità di riempire la propria vita con un elemento x.
Esso è più comunemente identificato con una persona: mogli, mariti, figli, amici.
Oppure professioni. Perchè no, anche in passioni, in vizi, fumo, pittura, alcol, lavoro, sesso, insegnamento, tarocchi, fotografia, bricolage.
Ma il cosiddetto elemento x, qualunque esso sia, rappresenta sempre difetti e punti deboli infiniti, e allora l'uomo cadrà, altrettante volte, senza il giusto sale.
Ad eccezione del caso in cui, le scelte e le esperienze di un individuo lo portino inevitabilmente a riporre il proprio elemento x nel cibo.
Fare del cibo il cofanetto della propria vita non solo è fonte inesuribile di appagamento, ma portatrice di immediati doni e rapidi sollievi. Al contrario di quel che si suol dire, è il cibo, non il cane, ad essere il migliore amico dell'uomo. Il cibo è completamente nostro, può essere completamente posseduto, e così completamente ci possiede. Il cibo non può deludere, non a lungo termine perlomeno. Il cibo sa sempre quello che vogliamo, il cibo ci circonda, ci avvolge, accartoccia i nostri sensi e se ne appropria. Il cibo è la nostra carne, il cibo è la nostra anima. Il cibo non litiga, non pretende, non tradisce. Il cibo è nostro schiavo e ci schiavizza.


Genio.

giovedì 2 dicembre 2010

"Forse saranno anche fragili, confusi. O forse no. Ma come erano belli, come sono belli gli studenti sui tetti, coi loro computer portatili wireless, affogati dentro alle sciarpe e ai cappucci, in alto, vicino al cielo. Anch'io una volta all'anno salgo sul duomo di Milano, e mi sento bene lassù, anche se ci sono quasi soltanto giapponesi. Deve essere bellissimo arrampicarsi sulla torre di Pisa o la Mole Antonelliana o il Colosseo o sul campanile di San Marco o qello del Duomo di Messina a vent'anni, coi tuoi compagni, pensando che stai facendo una cosa importante. Immagino sia possiile che gli studenti non abbiano capito bene questo ddl perchè sembra molto complicato e fumoso anche a me, che in teoria dovrei avere più strumenti per decodificare le informazioni, ma da quel poco che ho inteso mi è sembrato solo un'operazione povera e demagogica, come gran parte delle scelte fatte dall'attuale ministro dell'Istruzione, che invece di parlare agli studenti tramite YouTube, recitando una familiarità con loro che non ha (probabilmente non è mai stata giovane, non ha mai letto poesie, non ha mai fatto cazzate: quella di fare l'esame da avvocato a Raggio Calabria non vale come cazzata, quella è una scorciatoia da contabili, detto con rispetto per i contabili e soprattutto con rispetto per le cazzate), poteva salirci, sopra uno di quei monumenti, e provare a parlarci davvero, con quegli studenti. Così, tanto per provare a sentire che effetto fanno l'aria sul viso e le nuvole sopra alla testa. [...]
Chi sulla torre di Pisa, chi sul prefabbricato: questa è l'italia di oggi. Un'Italia unita più dai suoi monumenti, da facebook, da internet, dalle poesie, le canzoni e da Vieni via von me che dalla politica.[...]"

Daria Bignardi